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BARBARA GUSSONI
PHOTOGRAPHY
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Sono nata in Italia e vivo a Marsiglia dal 2010.
Sono arterapeuta, scrittrice e artista fotografa.​
A Brescia, alla fine degli anni 90, ho lavorato come assistente del fotografo Rinaldo Capra e per l'agenzia fotografica A2. Ho frequentato il corso di fotografia di base al Museo Ken Damy.
Nello stesso periodo ho partecipato al progetto: 'Alzheimer, conoscere chi non ricorda', la prima mostra multimediale in Italia sulla malattia di Alzheimer.
Dal 2017 fotografo con una fotocamera digitale e ho pubblicato il mio primo portfolio, 'I luoghi degli incontri', sulla rivista online 'L'Oeil de la photographie' in Luglio 2019.
Ho esposto le mie opere a Parma, Barcellona, Budapest, Marsiglia.
Formata in arte-terapia ho scritto e realizzato un progetto fotografico insieme aÉ™ bambinÉ™ che fanno esperienza di disabilità multiple e alle loro famiglie in un centro specializzato marsigliese con l'obiettivo istituzionale di sensibilizzare il pubblico alla questione del polihandicap.
Ha collaborato con il CNRS et la 'Fabrique des écritures' di Marsiglia a una ricerca sociologica sul personale ospedaliero a diploma straniero nel sud della Francia.
Dal 2018, collaboro regolarmente con la compagnia teatrale di Bologna, 'Gruppo Elettrogeno'.




the fisherman in the net
Portraits without faces

Badou à rebours
Personality: Contemporary Portraiture A curated international photography exhibition April 6–29, 2023

BadouBoy Jantèn-B

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Portraits without faces
ALTRO




La fotografia è sempre stata una sorpresa per me: aspetto che l'immagine si riveli ai miei occhi senza immaginarla, né costruirla.
Esercito la mia disponibilità ad accogliere l'imprevisto, l'istante in cui la luce entra silenziosamente da una finestra e tocca una superficie in modo inaspettato, quando il colore di una porta, a una certa ora del giorno, sfugge alla banalità del suo contorno. Quando forme, linee e colori disegnano una composizione armoniosa, lontana dall'assordante rumore del fare umano.
Accetto di non sapere nulla delle cose del mondo per lasciare che l'invisibile appaia, e all'improvviso sorga.
Mi piace fotografare il silenzio dei luoghi, le persone comuni e la straordinaria semplicità delle loro vite.
È stato soltanto durante la crisi del Covid-19 che ho cominciato a immaginare storie, a costruire scenari con quel che avevo a portata di mano e a trarne delle trame incerte che ho fissato su un precario supporto di spazio-tempo attraverso la luce di casa.
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